Marina Cvetaeva è stata una poetessa russa di grande talento e una delle figure più importanti della letteratura russa del XX secolo. Nata il 26 ottobre 1892 a Mosca, Cvetaeva scrisse una vasta gamma di poesie, prose, saggi e lettere. Il suo linguaggio poetico era caratterizzato da una grande intensità emotiva, una profonda introspezione e una vasta gamma di temi, inclusa la maternità, l'amore e la morte.
Durante la sua vita, Cvetaeva affrontò numerose tragedie personali, tra cui la morte di sua madre e di suo marito, il poeta Sergej Esenin. Combatté anche con problemi finanziari e con il rifiuto delle sue opere da parte del pubblico e della critica. Dopo la Rivoluzione russa del 1917, Cvetaeva si scontrò con il regime comunista e subì la censura delle sue opere. Nel 1922, lasciò la Russia e si trasferì in Europa, trascorrendo molti anni in esilio in diverse città come Praga e Parigi.
La produzione poetica di Cvetaeva include opere come "Versi Davanti al Grande Nonno" (1913), "Riflessi" (1916), "Poemi della Montagna" (1922) e "Poemi del Mare" (1923). La sua poesia è considerata innovativa per l'uso di ritmi e rime insoliti, oltre che per la sua capacità di catturare e trasmettere emozioni complesse. Alcuni dei temi ricorrenti nella sua opera includono la nostalgia per la patria, la solitudine e l'amore.
Marina Cvetaeva si tolse la vita il 31 agosto 1941, durante gli anni bui della Seconda guerra mondiale, a causa delle difficoltà finanziarie e personali che affrontava. Oggi, è ampiamente considerata una delle maggiori voci poetiche e letterarie della Russia del XX secolo.
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